
Cosa fare quando si ha una Mamma tossica
DISCLAIMER: Questo sito offre esclusivamente informazioni a scopo informativo e didattico. Tali informazioni NON sostituiscono il parere di un medico o specialista, né devono essere intesi a scopo terapeutico. Questo sito NON si occupa di medicina, la quale può essere qui trattata esclusivamente in ambito giornalistico e/o filosofico.
Oggi voglio partire da una bellissima email che ho ricevuto da Giada, che mi ha raccontato la sua esperienza dopo aver seguito il webinar "cibo e sintomi". In particolare, è rimasta colpita da una piccola meditazione biosistemica che avevamo inserito.
Giada, che per molto tempo ha convissuto con una diagnosi di intolleranza al glutine, ha fatto un "movimento" interiore durante quella meditazione e, poco dopo, ha avuto una risposta biologica concreta: è tornata a mangiare glutine senza problemi. Questa non è una sorpresa, è una delle tante conferme che riceviamo di come un piccolo cambiamento interiore possa portare a un grande cambiamento nell'organismo. Come diciamo spesso, ognuno di noi è un "vivente" e siamo pieni di storie che il nostro corpo racconta.
L'esperienza di Giada è stata fenomenale perché, come dice lei, un conto è sentire una spiegazione, un altro è sperimentare sulla propria pelle che ciò di cui parliamo è reale. Proprio questa esperienza l'ha spinta ad approfondire le Bioscienze Sistemiche, portandola a una consapevolezza cruciale ma anche a un grande dilemma.
Il legame invisibile: come la biologia ci collega alla mamma
Approfondendo, Giada ha capito una verità biologica fondamentale: ogni essere umano è per il 50% mamma e per il 50% papà. Deriviamo da due cellule, una per genitore, non si scappa.
Andando ancora più a fondo, grazie alle Bioscienze Sistemiche abbiamo compreso che moltissimi dei nostri tessuti, quelli gestiti dalla parte più antica del nostro cervello (il paleoencefalo), sono strettamente legati a una memoria arcaica che riguarda la figura materna. Questo non significa che ogni problema di salute sia "colpa della mamma", ma che le percezioni biologiche legate a temi come il nutrimento o la protezione attingono a questa memoria primordiale.
Quali sono questi tessuti? L'elenco è lungo e tocca organi vitali:
- La mucosa dello stomaco, il fegato e il pancreas
- I polmoni e i reni
- Utero, prostata e vescica
- Tonsille, adenoidi e ghiandole (salivari, tiroide, paratiroidi)
- Il derma (lo strato di pelle sotto l'epidermide)
- Il peritoneo e le ghiandole mammarie
Quando uno di questi tessuti si attiva, quando insorge un cosiddetto "sintomo", la memoria biologica, quella profonda e animale, guarda sempre in direzione della mamma.
La trappola del giudizio: “mia madre è tossica”
Ed ecco il dilemma di Giada. Dopo aver capito l'importanza capitale della figura materna, si è sentita in una situazione di scacco. Mi ha scritto: "Sono cresciuta con una mamma un po' tossica. Cosa posso fare adesso? Se non amo mia mamma, non potrò mai amare nessuno?".
Questa sua domanda, che so essere la domanda di tantissime persone, nasce da un giudizio estremo, spesso "contagiato" da una certa psicologia che tende a mettere la mamma sul banco degli imputati o a etichettare ogni comportamento come una patologia. Nelle Bioscienze Sistemiche vediamo le cose in modo diverso: anche nei comportamenti più complessi, persino quelli legati alla psiche, c'è sempre una risposta biologica di adattamento.
Il mio obiettivo qui è rispondere a Giada, e così facendo, rispondere a tutti voi che vi trovate in una situazione simile.
"Quando finalmente capiamo che quegli esseri umani che abbiamo sempre condannato e etichettato come 'tossici' altro non sono che il nostro specchio, ecco che improvvisamente facciamo un nuovo movimento."
Oltre l'etichetta: comprendere invece di giudicare
La prima cosa da fare è rinunciare completamente all'etichetta di "mamma tossica". Solitamente, chi etichetta gli altri come "tossici" sta, senza rendersene conto, replicando o attirando proprio i comportamenti che condanna. La vera domanda da porsi è: "Per quale ragione io attiro queste persone?".
Pensa all'esempio della ragazza che mi diceva di attirare "solo narcisisti". Le ho spiegato che il "narcisista" non esiste come etichetta patologica, ma esiste un insieme di comportamenti, una forma di megalomania, che nasce da un bisogno disperato di validità. Fin da piccoli, molti di noi hanno imparato che per ricevere amore e approvazione (il "bravo!" di mamma e papà dopo un bel voto) dovevamo ottenere un risultato. Abbiamo così associato il nostro valore a ciò che facciamo, non a ciò che siamo.
Tutta la nostra società è calibrata su questo. La megalomania, in fondo, è solo una strategia per saziare una profonda fame d'amore.
Quando quella ragazza ha capito questo, ha smesso di vedere mostri e ha iniziato a vedere esseri umani con le loro ferite. Ha visto quella stessa fame d'amore anche dentro di sé. E, guarda caso, poco dopo ha conosciuto una persona completamente diversa da quelle che frequentava prima. Basta poco, a volte. Basta permettersi di guardare oltre i propri schemi. Se questo vale per un partner, figuriamoci se non vale per nostra madre.
Guardare alle spalle di nostra madre
Il nostro obiettivo, in qualità di figli, non è giudicare o giustificare i nostri genitori. Non ne abbiamo l'autorità. Il nostro obiettivo è comprendere.
Ogni mamma, ogni essere umano, dà ai propri figli ciò che può dare. Se ti sembra un'affermazione difficile da accettare, forse sei ancora accecato dalla tua stessa ferita. Pensa a quella mamma che fa i complimenti alla figlia solo quando porta a casa buoni risultati. Non lo fa perché è "cattiva". Prova a guardare alle sue spalle. Magari la sua di mamma, tua nonna, non le faceva i complimenti nemmeno in quel caso. E perché? Magari la nonna, a sua volta, aveva una madre (la tua bisnonna) completamente congelata emotivamente da una guerra.
Quel congelamento della bisnonna si manifesta sul destino della pronipote. Cosa può fare, a questo punto, la pronipote? Invece di dire "mia mamma è tossica", potrebbe guardarla e pensare:
"Cavoli, sei sopravvissuta a tutto questo concatenamento di traumi e, nonostante tutto, hai saputo vestirmi, cucinare per me e farmi quei complimenti quando portavo un risultato a casa. Trovo questa cosa incredibile."
E credimi, per l'esperienza che ho, tutte le mamme sono così. Persino quelle che hanno compiuto gesti estremi. Quando lo verifichiamo a livello biosistemico, vediamo che i figli, anche quelli che non ci sono più, raramente sono arrabbiati con la loro mamma. Perché in fondo sono innamorati di lei.
Se ci diciamo "mia madre è tossica", ci neghiamo l'accesso a questa meraviglia e congeliamo la nostra possibilità di vedere tutto ciò che ha fatto per noi.
Un nuovo movimento per te: cosa puoi fare adesso
1. Riscopri le "bolle d'amore"
Pensa a tutti i tuoi compleanni, a tutti i Natali della tua infanzia. Io, nella mia piccola arroganza di bambino, davo per scontato che avrei trovato dei pacchi regalo. Ma non esiste nessuna legge che obbliga una madre a fare regali. Eppure, la mia mamma li ha sempre procurati. Metteva energia, tempo e soldi (suoi e di papà) per non farmi sentire deluso, triste o diverso. Quelli non erano solo giocattoli che dopo tre settimane finivano a prendere polvere. Erano "bolle d'amore". Piccoli gesti carichi di un amore profondo.
2. Trova la giusta distanza
Ora che sei una persona adulta e autonoma, puoi stabilire quella che chiamo la "distanza di sicurezza". Non è un obbligo, è una scelta personale. Trovare la giusta distanza con tua madre non significa tagliarla fuori, ma creare un equilibrio sano che ti permetta di amarla per il semplice fatto che è tua madre, indipendentemente da tutto.
3. Fai tuo questo pensiero
Il movimento più potente che puoi fare è interiore. Prova a dire, dentro di te:
"Cara mamma, prendo tutto quello che tu mi hai dato, tutto quello che hai saputo darmi nella tua vita. Con questo, ne ricaverò il meglio, farò il meglio che posso. E adesso che sono adulto, vado avanti con le mie forze."
Crescere significa smettere di sentirsi una vittima e iniziare a vedersi come il figlio o la figlia di una donna che ha dato tutto quello che poteva. Se così non fosse, semplicemente, tu non saresti qui ad ascoltare la mia voce.
Quindi, viva la mamma.
Coltiva la tua essenza
Ricevi gratis 20 meditazioni trasformative e rimani aggiornato sulle novità.
Vuoi andare oltre?
Scopri i video di approfondimento di Michele Blum e trova le risposte ai temi più comuni.
E quando vorrai vivere con maggior intensità questo percorso, unisciti a noi!
Prenota il tuo posto per la prossima giornata di costellazioni biosistemiche dal vivo.