
I foglietti embrionali e i rispettivi sintomi - Il linguaggio della vita
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Oggi voglio partire da una bellissima email che ho ricevuto da Anna Maria, che ci offre lo spunto perfetto per tornare alle basi, a quei concetti fondamentali per chiunque si avvicini per la prima volta alle Bioscienze Sistemiche o alle 5 Leggi Biologiche. Semplificare questi temi è un mio grande obiettivo, perché credo fermamente che la comprensione del nostro funzionamento debba essere accessibile a tutti, non solo agli addetti ai lavori.
Specialmente per un genitore, ad esempio, conoscere queste dinamiche può fare una differenza enorme nel benessere dei propri figli. Ma veniamo subito al dunque.
Anna Maria mi scrive:
"Sono una persona affetta da una malattia autoimmune. Mi sto interessando alla visione che presenti con i podcast, vorrei approfondire il tema dei foglietti embrionali (ectoderma, mesoderma recente, endoderma), i sintomi ad essi collegati e la persona che abbiamo escluso dalla nostra vita, ma che ci manca."
Grazie, Anna Maria, per questa domanda che tocca punti cruciali. Prima di iniziare, una piccola ma importante parentesi: il concetto di "malattia autoimmune". Nelle Bioscienze Sistemiche, e più in generale in natura, questo termine non ha un vero fondamento. L'idea che un organismo attacchi se stesso è una costruzione culturale umana, non una realtà biologica. Il nostro corpo non crea processi guasti o errati o sovversivi nei confronti di se stesso; segue anzi una logica precisa, anche quando non la comprendiamo.
Capire il sintomo: oltre la semplice risposta adattativa
Spesso, chi studia le 5 Leggi Biologiche arriva a un punto in cui si chiede: "Ok, adesso che ho capito qual è la risposta adattativa legata al mio sintomo, cosa me ne faccio?". Ed è una domanda legittima.
Per i fenomeni biologici semplici e passeggeri, la consapevolezza è spesso risolutiva. Se il mio capo mi fa sentire non valida (mi "svaluta") costantemente e questo mi provoca mal di testa (cefalea, il classico "mal di testa caldo") ogni volta che torno a casa dal mio "clan" dove posso sentirmi di nuovo valida (qui i sintomi riparativi), la soluzione è pragmatica: cambio lavoro? Ne parlo con la mia famiglia per trovare un compromesso? In questi casi, la conoscenza delle leggi biologiche ci dà il potere di fare una scelta consapevole per interrompere il ciclo.
Ma cosa succede con i fenomeni cronici, quelli che ci portiamo dietro da 15, 20 anni, a volte fin dall'infanzia? Qui, sapere solo che il sintomo è una risposta adattativa non basta. È qui che entra in gioco la visione sistemica, che ci invita ad approfondire i "quattro livelli e mezzo del sintomo" per creare una interiorizzazione più profonda e trasformativa, basata sull'esperienza diretta.
All'origine di tutto: cosa sono i foglietti embrionali?
Per rispondere ad Anna Maria, partiamo dall'inizio. Ma proprio dall'inizio. Immagina l'incontro tra la cellula di mamma (l'ovulo) e quella di papà (lo spermino). Da questa fusione nasce un miracolo: il primo stadio di un nuovo essere umano: lo zigote.
Questa cellula si moltiplica e le nuove cellule iniziano a specializzarsi, ripercorrendo in nove mesi le tappe evolutive della vita sul nostro pianeta. In questa fase primordiale, il nostro prototipo di essere umano sviluppa delle "pelli" o strati, che chiamiamo foglietti embrionali. Il termine "derma" significa proprio "pelle".
Questi foglietti sono come degli strati di carta che la biologia modella con sapienza per creare organi e tessuti. Per semplicità, li dividiamo in quattro gruppi, anche se tecnicamente sono tre (il mesoderma si suddivide in antico e recente):
- Endoderma (cervello antico, tronco encefalico)
- Mesoderma Antico (cervello antico, cervelletto)
- Mesoderma Recente (cervello nuovo, sostanza bianca cerebrale)
- Ectoderma (cervello nuovo, corteccia cerebrale)
Analizziamoli uno per uno, con parole semplici.
I quattro foglietti embrionali: una guida al nostro "sentito" biologico
1. Endoderma: la pelle interna, il nutrimento e la mamma
L'endoderma è il foglietto più antico, la nostra "pelle interna" (endo = dentro, interno). Alle origini, siamo come un tubicino con due aperture: una per ingerire il "boccone vitale" (cibo, aria, informazioni) e una per espellere quello che non serve più, cioè il "boccone fecale". Questa struttura governa tutto l'apparato digerente, dalla bocca all'ano.
- Sentito biologico: Sopravvivenza legata al "boccone". Ho bisogno di afferrare un boccone vitale, oppure devo espellere un boccone che percepisco come tossico o indigesto.
- Collegamento sistemico: "Mamma che mi nutre". Il primo nutrimento, il primo boccone, ci arriva dalla mamma. I conflitti legati a questo foglietto hanno spesso a che fare con la nostra relazione con la figura materna o con ciò che essa rappresenta (nutrimento, accudimento) secondo esperienza.
- Funzionamento (Curva Bifasica):
- Fase Attiva (conflitto attivo): C'è una crescita cellulare (adenocarcinoma) per aumentare la funzione dell'organo. Ad esempio, i tubuli collettori renali aumentano per trattenere più acqua in un conflitto di "sentirsi profugo", solo, abbandonato ("pesce fuor d'acqua"). In questa fase, spesso non ci sono sintomi evidenti.
- Fase Riparativa (soluzione): Una volta risolto il conflitto, le cellule in eccesso vengono smantellate, spesso con l'aiuto di micobatteri (es. tubercolosi) e funghi. È in questa fase che possono comparire i sintomi (infiammazioni, secrezioni, ecc.).
Un caso particolare dell'endoderma è la muscolatura liscia (quella che non controlliamo volontariamente, come nell'intestino). Qui il conflitto è "non riuscire a spingere/espellere un boccone". Questa muscolatura può dare dolore (crampi, coliche) in diverse fasi del processo.
La cosiddetta fibromialgia ha a che vedere con la fase attiva della muscolatura liscia. Il sentito è quello di "liberarsi dalla presa di mamma che mi impedisce di andare avanti", una mancanza di libertà nel muoversi, spesso vissuta da persone che si sacrificano per gli altri senza godersi la propria vita.
2. Mesoderma antico: lo scudo protettivo contro gli attacchi
Questo foglietto, gestito dal cervelletto, forma le nostre membrane protettive (derma profondo, pleure, pericardio, peritoneo). È il nostro scudo.
- Sentito biologico: Attacco all'integrità. Un attacco reale o figurato, un insudiciamento, una preoccupazione per sé o per qualcuno nel "nido" nell'ottica della minaccia e del pericolo (es. ghiandola mammaria).
- Collegamento sistemico: "Mamma che mi protegge". Il boccone non è solo nutrimento, ma anche protezione. Il bimbo succhia il seno sia per nutrirsi sia per sentirsi al sicuro.
- Funzionamento (Curva Bifasica): Simile all'endoderma (logica del cervello antico).
- Fase Attiva: Crescita cellulare per creare uno scudo più spesso (es. un melanoma, un mesotelioma).
- Fase Riparativa: Riduzione delle cellule in eccesso con caseificazione, sudori notturni e possibile azione di microbi. Lascia spesso residui cicatriziali, come "medaglie al valore".
3. Mesoderma recente: il valore di sé e la capacità di farcela
Entriamo nel cervello nuovo. Qui la logica si inverte. Questo foglietto dà origine a ossa, cartilagini, tendini, muscoli striati (quelli volontari) e tessuto connettivo, cioè a tutti quei tessuti del corpo umano che trasmettono nutrimento (trofismo) e struttura. È sempre un "valore di sé" biologico in funzione di un altro (serve il paragone, quindi la relazione).
- Sentito biologico: Inadeguatezza e validità. "Non sono capace di...", "non ce la posso fare", "non sono abbastanza performante". Riguarda la performance e il valore di sé.
- Collegamento sistemico: "Mi incammino con papà". Rappresenta la validità biologica nel mondo, la capacità di muoversi e agire.
- Funzionamento (Curva Bifasica):
- Fase Attiva: Riduzione cellulare (morte cellulare programmata, cioè apoptosi). C'è una perdita cellulare nel tessuto avvertito come "non valido" in modo da poterlo poi rinforzare successivamente, alla fine della Fase Riparativa. La perdita cellulare non causa sintomo, ma non è apparentemente utile nell'immediato (per questo, del resto, parliamo di programmi, perché c'è un obiettivo naturale: rafforzare).
- Fase Riparativa: È qui che compaiono i sintomi dolorosi. Il tessuto viene riparato e riempito, diventando più forte di prima. Questo processo causa gonfiore (edema), infiammazione, dolore caldo e intenso, febbre, spossatezza. Il classico ginocchio gonfio di uno sportivo dopo una grande prestazione (rivalutazione) ne è un esempio perfetto.
Etichette diagnostiche come la sclerosi multipla o la SLA sono legate a recidive costanti in questo foglietto (e della gestione dei muscoli da parte della corteccia motoria), con il sentito di "non essere valido a fare un movimento" (muscoli striati gestiti dalla sostanza bianca), "essere bloccato" (muscoli striati gestiti anche dalla corteccia cerebrale, presso il centro motorio).
4. Ectoderma: il contatto, la separazione e le relazioni
È il foglietto più nuovo e complesso, gestito dalla corteccia cerebrale. Riguarda la pelle superficiale (epidermide), il sistema nervoso e gran parte degli organi di senso.
- Sentito biologico: Separazione e contatto. Un contatto che si è perso e si desidera, o un contatto che si subisce e non si vuole. Riguarda anche il territorio e l'identità.
- Funzionamento (Curva Bifasica): Ha due schemi principali.
- Schema della Cute Esterna (es. epidermide):
- Fase Attiva (separazione): Ulcerazione microscopica indolore con perdita di sensibilità. La pelle diventa meno sensibile per non farci "soffrire" la mancanza di contatto. Possiamo avere pelle secca.
- Fase Riparativa (ricongiungimento): L'ulcera viene riparata con infiammazione, gonfiore, prurito, rossore e dolore caldo. È il caso delle cosiddette "malattie esantematiche" dei bambini (es. varicella e altre etichette), che spesso si manifestano (o per meglio dire: si manifestano i fenomeni biologici, cioè i sintomi fisici) dopo essersi congiunti con la mamma.
- Schema della Sensibilità Interna (es. mucosa gastrica, dotti biliari, intima vene coronarie, eccetera):
- Fase Attiva (contatto indesiderato): Ulcerazione con dolore e ipersensibilità. Qui il dolore serve come allarme immediato per segnalare un contatto che non va bene.
- Fase Riparativa: Riempimento dell'ulcera con tumefazione, gonfiore e diminuzione della sensibilità.
- Schema della Cute Esterna (es. epidermide):
Oltre il sintomo: lo sguardo al sistema che ci ha generato
Come vedi, c'è sempre una logica biologica sensata dietro ogni fenomeno. Non esiste un corpo che impazzisce e si attacca da solo. Esiste un essere umano, con i suoi programmi biologici arcaici, che vive in un ambiente complesso e artificiale che spesso entra in conflitto con la sua natura.
Ma il punto più affascinante, quello che trasforma la biologia in Bioscienze Sistemiche, è questo:
Ogni fenomeno biologico (sintomo) è sempre una manifestazione, una conseguenza del modo in cui si percepisce l'ambiente. Ma per ambiente non si intende solo l'habitat, o le relazioni, ma anche il sistema che ci ha generato (l'esperienza e il vissuto degli esseri umani di cui noi siamo discendenti). Noi siamo una sua conseguenza biologica. Pertanto, il sistema dentro cui nasciamo, viviamo e moriremo, influisce e condiziona la nostra biologia, cioè la nostra psiche e quindi le nostre cellule. Ogni sintomo biologico si confronta come "movimento interrotto" verso una figura chiave, spesso un genitore o un nonno/nonna.
Il nostro organismo è una proiezione, potremmo definirla una "sintesi vivente", del sistema da cui proveniamo. Ecco perché, per comprendere davvero, dobbiamo allargare lo sguardo dal singolo vivente al suo intero sistema familiare e transgenerazionale.
Tutti questi aspetti li verifichiamo in continuazione durante le nostre Giornate di Costellazioni Biosistemiche.
L'invito è quello di continuare a esplorare, a studiare e a mettere in discussione le vecchie credenze. Abbiamo tantissime risorse gratuite, come il nostro Magazine, per accompagnarvi in questo viaggio.
Un abbraccio fortissimo e buono studio a tutti.
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