
Includere nel sistema familiare: attenzione a fare i calcoli!
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Come sapete, mi piace esplorare le dinamiche profonde che ci legano ai nostri sistemi familiari e come queste influenzino la nostra biologia e il nostro benessere. Spesso, durante i miei podcast, rispondo a domande che mi inviate, e oggi voglio condividere con voi le riflessioni nate da un paio di email molto interessanti che toccano temi cruciali: l'inclusione nel sistema familiare e l'impatto dell'ordine di nascita.
Come dico spesso, e lo vedo confermato in "100 casi su 100", la nostra posizione con il nostro sistema familiare influisce profondamente sulla nostra biologia, i nostri sintomi. Questa è una verità che ormai considero scientifica, evidente. Le nostre cellule hanno un'origine, e queste origini sono strettamente collegate alle esperienze di chi è venuto prima di noi. Questa è la memoria filogenetica. A cui si aggiunge poi la memoria che acquisiamo dal primo istante della nostra esistenza, già come zigoti, influenzata principalmente dall'ambiente materno.
Consuoceri, ex e il grande puzzle del sistema familiare: chi includere?
La prima email che ho affrontato è di Fausta, e mi ha posto delle domande che, lo ammetto, mi hanno fatto sorridere per la loro meravigliosa complessità, tipica di chi cerca di fare chiarezza nei legami. Fausta chiedeva:
- I consuoceri e gli ex-consuoceri appartengono al mio sistema familiare e devono essere inclusi?
- Un bambino nato da una coppia in cui il padre ha già due figli da un precedente matrimonio è da considerarsi il terzo?
- Questi due figli del precedente matrimonio e il loro sistema familiare entrano a far parte del sistema familiare della madre e del figlio del "secondo letto"?
Ridevo perché queste domande sul "fare i calcoli" e su chi si può "mandar a quel paese" senza fare danni sono molto umane!
Il mio consiglio spassionato: includete tutti
Fortunatamente, non si paga una tassa per includere qualcuno nel proprio sistema! Il mio consiglio è sempre quello di includere tutti. Attenzione, includere non significa dover uscire a cena con tutti o annullare la propria persona. Significa riconoscere il posto di ognuno.
Perché questo consiglio? Non ha nulla a che vedere con il "volemose bene" forzato. Anzi! Se escludiamo qualcuno, ad esempio una sorella con cui abbiamo litigato furiosamente, questo crea delle attivazioni biologiche, magari su tessuti che manifesteranno sintomi solo più in là. Ma non solo: potremmo inconsciamente replicare quella dinamica di esclusione con altre persone.
Facciamo un esempio: la ragazza che ha litigato con la sorella e decide di "escluderla", se le viene detto che non è obbligata a includere i vicini di casa nel suo sistema, potrebbe prendere questa informazione alla lettera. Magari una vicina anziana muore e al suo posto arriva una nuova vicina, coetanea della sorella "esclusa". La ragazza, pensando "questa non è del mio sistema, non devo includerla", potrebbe iniziare a litigarci, replicando inconsciamente il conflitto irrisolto con la sorella. Questo avvelena l'ambiente di vita, il "nido", che sappiamo quanto sia importante, specialmente per una donna, e può portare a sintomi legati, ad esempio, all'attacco al nido (come quelli che coinvolgono la ghiandola mammaria).
Ogni dramma nasconde tanto amore, senza dubbio.
La metafora del cacciatorpediniere e del radar
Per capire meglio chi fa parte del sistema e come, usiamo una metafora. Immaginiamo Fausta come un cacciatorpediniere in mezzo all'oceano, con un radar. Sul monitor vede tanti puntini: altre navi, grandi, piccole, più o meno vicine, tutte parte della stessa "armata". Alcune navi sono così lontane da non rientrare nel radar. Se usciamo sul ponte e guardiamo col binocolo, le vediamo come un puntino. Queste navi distanti, fuori dal radar, non possono farci danno diretto, né mandarci fiori. Influiscono poco direttamente.
Ma indirettamente? È un altro paio di maniche. Quella nave lontana potrebbe sparare contro navi che sono nel nostro radar e a cui teniamo.
Quindi, il consuocero:
- Non fa parte del nostro sistema familiare d'origine.
- Però, escludere un consuocero antipatico potrebbe significare, per Fausta, escludere il 50% delle cellule della moglie di suo figlio. E sappiamo quanto sia importante per un figlio che la partner sia accolta dalla madre.
- Non si tratta di "dovere" o "non dovere". Si tratta di pensare al proprio vantaggio, a chi sta rappresentando quella persona che ci infastidisce. Spesso, abbiamo conti in sospeso con nostro padre o nostra madre che proiettiamo su altri.
Includere significa riconoscere il ruolo e, soprattutto, il posto che quella persona ha. "Accolgo nel mio cuore il posto che hai". Un ex consuocero ha quel posto lì. Siamo distanti sul radar, certo, ma tra noi ci sono "barchette" di comune interesse, come i nipoti, che sono totem viventi di legami, anche dopo divorzi.
Anche una persona apparentemente distantissima, come l'ex compagna di molti anni prima dell'ex suocero di un mio conoscente, ha dimostrato di avere un'influenza sistemica, creando blocchi nella sua vita. Siamo tutti collegati. Come mi disse un amico giudice dopo aver partecipato a una giornata di costellazioni biologiche e sistemiche: "Questo è un sollievo, perché se uno ha un problema, in qualche modo viene alleviato, visto che è un problema di tutti". Il sistema familiare non è a camere stagne, anche se c'è una "forza orbitale" diversa (una madre influisce di più di un cugino di quarto grado, ma dipende dalle dinamiche-ponte).
E il figlio del "secondo letto"?
Per quanto riguarda il bambino nato da una coppia in cui il padre ha già due figli:
- Per il padre, è il terzo figlio.
- Per la madre, è il primogenito. Il sistema familiare della famiglia precedente del padre influisce naturalmente sul figlio, e di conseguenza, indirettamente, anche sulla nuova madre. È fondamentale che il padre non si dimentichi della famiglia precedente, altrimenti si creano alleanze inconsce pericolose (ad esempio, l'attuale moglie con l'ex moglie).
Attenzione a non fare "calcolini idioti" individuali, perché possono essere molto pericolosi. Preferisco fare prevenzione gratuita con questi podcast che raccogliere i cocci dopo!
Primogeniti, secondogeniti e il peso delle aspettative: cosa ci dice l'ordine di nascita?
Passiamo alla seconda email, quella di Lisa, che dopo una seduta di ipnosi con me, mi chiedeva lumi su una mia battuta riguardo al "gran casino" di essere primogeniti. Voleva sapere se ci sono tratti comuni tra primogeniti, secondogeniti, ecc.
Le mie battute, anche se scherzose, hanno sempre una finalità e spesso, scherzando, si dice la verità.
Il "destino" dei primogeniti
Partiamo dal presupposto che nessuno nasce per caso, nessuno muore per caso. Ogni figlio ha una missione, uno scopo, un ruolo unico. Detto questo, ho notato alcune costanti:
- I primogeniti sono quelli che si beccano principalmente lo tsunami di cose sospese ancora dal sistema familiare. Rappresentano la nuova generazione e spesso portano su di sé "irritimenti", blocchi rispetto al loro destino.
- Hanno spesso "missioni speciali" e una vita un po' più difficile, anche perché:
- I genitori sono alla prima esperienza, un po' insicuri ("il primogenito diventa il test").
- Con l'arrivo di altri figli, le attenzioni si spostano. Mamma è più stanca, focalizzata sulla nuova gravidanza, poi sul nuovo nato.
- Questo non significa essere "fregati"! Significa che ci sono temi da affrontare.
Se guardiamo anche testi antichi come la Bibbia (intesa come testo letterario), i primogeniti non hanno sempre avuto vita facile. Spesso, nonostante le aspettative sociali (ereditare il trono, ecc.), sono quelli che escono nelle condizioni peggiori. Oggi, con la consapevolezza che diffondiamo, anche i primogeniti possono avere vite bellissime. Non è una sfiga, è certamente una bella sfida. Noi figli più piccoli dovremmo portare rispetto per i primogeniti, chissà quante "beghe sistemiche" ci evitano!
Dinamiche tra fratelli: un gioco di equilibri
Pensiamo a Caino e Abele: Caino, il primogenito, uccide Abele. Storie antiche, ma che rispecchiano dinamiche costanti. Conosco primogeniti con vite meravigliose, così come secondogeniti e terzogeniti. Non si può generalizzare, ma la gerarchia esiste. Essere il primo maschio o la prima femmina porta con sé questioni sospese specifiche delle rispettive linee genealogiche.
A volte, i secondogeniti cercano di "surclassare" il primogenito, come Giacobbe che "ruba" la primogenitura a Esaù. Queste dinamiche, anche se sembrano lotte di potere, possono essere "salvifiche". Il secondogenito che si prende il fardello del primo, magari facendogli una "carognata", permette inconsciamente al primogenito di respirare, di assaporare la libertà. E quando il primogenito, avendo sperimentato questa leggerezza, si riprende il suo "pacchetto", può avere la forza di dire "basta, questa cosa non la voglio più" e ribellarsi.
In questo senso c'è complicità inconscia tra i fratelli, specialmente quando litigano... anche questo è amore.
Il secondogenito salva inconsapevolmente il primogenito. Sono giochi di potere apparenti che, dal punto di vista biologico, sono ideali per la vita organica.
Penso di aver toccato tutti i punti sollevati. Spero che queste riflessioni vi siano state utili per comprendere un po' meglio le complesse ma affascinanti dinamiche dei nostri sistemi familiari. Ricordate, siamo tutti connessi, e comprendere il nostro posto è il primo passo per vivere una vita più piena e consapevole.
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