
La leggerezza che si acquisisce dopo aver interiorizzato il proprio sintomo
Quando il corpo parla: la storia di Arianna e il cammino verso la leggerezza
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Prima di iniziare, voglio ringraziarvi di cuore per la valanga di messaggi affettuosi che avete inviato, sia per le festività che per l'anniversario della nostra Accademia. È meraviglioso vedere come la divulgazione delle bioscienze sistemiche stia toccando così tante vite, e a volte, come nel caso che sto per raccontarvi, contribuendo a veri e propri cambiamenti significativi.
Oggi voglio condividere con voi una storia che mi ha toccato profondamente, quella di Arianna. La sua email è solo uno dei tanti esempi di come un approccio diverso alla comprensione di sé e del proprio corpo possa portare a una profonda trasformazione.
L'email di Arianna: un raggio di sole dopo la tempesta
Arianna mi ha scritto parole che risuonano di una ritrovata vitalità:
"Michele, quella sensazione di pesantezza, di fastidio, di dolore, di gonfiore, ma soprattutto quella paura strisciante che mi accompagnava senza tregua e mi toglieva dignità, è come se si fosse sciolta, come neve che si arrende al sole. Ma non è stata solo una questione di guarigione fisica."
Arianna racconta di un incontro con una parte di sé che aveva dimenticato, un incontro che le ha restituito "il senso di essere viva, intera, presente e, come dici tu, nell'esserci."
L'incontro con sé stessa: la costellazione biosistemica
Il punto di svolta per Arianna è avvenuto durante una costellazione biosistemica. Lei stessa descrive:
"Il campo ha parlato alle mie cellule, quando ho sentito muoversi quelle onde invisibili che solo il cuore può riconoscere, ecco lì ho capito che quel dolore al seno era anche il dolore di chi prima di me aveva perso, aveva rinunciato, aveva sofferto in silenzio. Attraverso quel dolore mi stavano parlando. E grazie al lavoro che tu hai saputo guidare con forza e delicatezza ho potuto ascoltarli e onorarli e poi finalmente lasciarli liberi di riposare in pace."
Il risultato? Una leggerezza non solo fisica, ma interiore:
"La leggerezza che sento adesso Michele non è solo fisica, è come se dentro di me si fosse aperto uno spazio nuovo, pulito, luminoso, uno spazio di vita. [...] Grazie per avermi aiutata a ritornare a me stessa."
Capire i segnali del corpo: la prospettiva biosistemica
La storia di Arianna è toccante, ma cosa è successo dal punto di vista biologico? Nel suo caso, tutto è iniziato con un'attivazione della ghiandola mammaria. Questo tessuto, derivante dall'endoderma, ha una funzione legata al nido, alla cura. Arianna aveva vissuto una grave perdita, percepita dal suo organismo come se le avessero "strappato un bambino dal seno". In risposta, la sua ghiandola ha aumentato la sua attività cellulare, come per diventare più prestante, per garantire nutrimento.
Successivamente, si è attivato anche il tessuto dei dotti galattofori (ectoderma), e poi, come spesso accade, si è innescato quello che chiamo "effetto domino":
- Riparazione dei dotti con conseguente gonfiore.
- Attivazione del tessuto connettivo (mesoderma recente).
- Coinvolgimento del sistema del flusso linfatico.
L'ostacolo delle diagnosi e la paura
Arianna, giustamente, si è inizialmente fidata dei medici. Purtroppo, le sono state prospettate situazioni "terribili, drammatiche e distruttive", con proposte di analisi e terapie molto invasive, a cui lei ha scelto di dire "no". Nel frattempo, a causa del coinvolgimento del sistema linfatico, è arrivata anche la diagnosi di linfoma di Hodgkin. Potete immaginare lo spavento.
Fortunatamente, Arianna, essendo iscritta all'Accademia, aveva già ascoltato l'episodio dedicato al seno e mi aveva scritto. Le ho spiegato che è normale avere i linfonodi gonfi in quella zona. Ma perché?
- I vasi linfatici contengono la linfa, un liquido che nutre e drena i nostri tessuti.
- Quando una parte del corpo è percepita come problematica, sotto attacco, o necessita di riparazione (come nel caso del seno di Arianna), l'organismo intelligentemente aumenta il nutrimento e il drenaggio in quella zona.
- La crescita del linfonodo (che la medicina può etichettare come "linfoma") è spesso la fase di riparazione, uno sforzo dell'organismo per supportare l'area, per portare più "cibo" e facilitare il drenaggio.
"La natura ha agito con estrema intelligenza."
Il problema sorge quando gli esami istologici e le diagnosi interpretano questi processi riparativi come ulteriori segnali di allarme. Questo aumenta la paura, e l'organismo, percependo un pericolo ancora maggiore, potrebbe intensificare ulteriormente i suoi sforzi, creando un circolo vizioso.
Il mio lavoro, quindi, non è tanto focalizzarmi sul sintomo in sé, quanto aiutare a destrutturare quel castello di paure e credenze limitanti che spesso ci vengono propinate. L'organismo, se lasciato fare e compreso, sa cavarsela benissimo da solo. Come dico spesso, le "malattie" come entità nemiche sono spesso invenzioni umane, concetti che esistono nella mente di chi vi presta fede. Di conseguenza, anche la "guarigione" va vista sotto una luce diversa.
Ritrovare sé stessi nel cerchio: il potere delle costellazioni biosistemiche
Arianna, giovane e piena di vita, ha tenuto botta. Ma non per tutti è così semplice. A volte, chi è profondamente "medicalizzato" e spaventato, potrebbe trovare più beneficio in una giornata di costellazioni biosistemiche piuttosto che in approcci individuali come l'ipnosi biosistemica (che resta validissima per chi è già predisposto a uscire dai canoni).
Perché? Perché uscire di casa, entrare in un ambiente nuovo, composto da altri esseri umani, dove si manifesta un campo con informazioni completamente diverse, crea un nuovo movimento. Le giornate intere di costellazioni permettono questa immersione. Accade spesso che persone stanche, magari in profonda vagotonia dopo un lavoro intenso, chiedano di andar via, concependo l'esperienza come una "terapia" da cui si può uscire una volta "presa la medicina". Invece, insisto perché restino. E, guarda caso, il campo spesso sceglie proprio quelle persone per muoverle, per trascinarle in una dinamica nuova, spiazzante, perché ogni cosa risuona nell'ottica della vita degli altri. Questo si comprende solo vivendolo.
Con Arianna, abbiamo compreso il livello biologico e poi approfondito gli altri due livelli del sintomo, lavorando sulla percezione biologica. È lì che avvengono le "magie", che in realtà sono la vita e la natura all'opera, una volta decostruita l'impalcatura di credenze e superstizioni che a volte chiamiamo scienza.
La conoscenza che libera: l'importanza delle leggi biologiche
Sono grato per la testimonianza di Arianna, che può essere fonte di ispirazione. Riceviamo tantissime storie simili, e questo mi riempie di gioia. D'altra parte, mi fa riflettere su quanto sia complicato il percorso quando non si interiorizzano le leggi biologiche. Anche un minimo di studio, quando si sta bene, può aiutare enormemente. Questi podcast servono anche a questo: a offrire spunti a chi non ha ore da dedicare allo studio, ma può ascoltarci nei ritagli di tempo e sentire se ciò che diciamo risuona con la propria esperienza.
Un piccolo trucco per alleggerire il presente
Voglio lasciarvi con un piccolo consiglio, un "trucchetto" che uso io stesso. Quando succede qualcosa che mi spiazza, che mi mette in uno "shock biologico", e non voglio trascinarmi lunghe riparazioni, appena posso faccio una breve meditazione o, più semplicemente, un esercizio di immaginazione:
- Mi immagino tra due, cinque, o anche dieci anni, mentre guardo indietro a quel momento attuale.
- Penso a come mi sembrerà quella multa, quella preoccupazione, quella paura da quella distanza temporale.
Ricordate quella volta che è morto il vostro cane, o che vostra figlia è caduta dall'altalena spaventandovi a morte? Quanto di quel terrore influenza realmente il vostro presente ora? Probabilmente molto meno. Lo stesso vale per le difficoltà di adesso. Pensare a come quella cosa avrà meno forza in futuro, aiuta ad aprire una piccola valvola di sfogo per la pressione e il dramma del momento, pur continuando a vivere pienamente l'istante.
Vivere con leggerezza: un invito
La storia di Arianna ci insegna tanto. Ci ricorda che possiamo imparare ad ascoltare il nostro corpo con fiducia e a vivere con più leggerezza. Prendiamo sul serio soltanto le cose divertenti, e affrontiamo quelle che suonano gravose con la consapevolezza che la loro pesantezza è spesso legata al modo in cui le viviamo nel presente.
Auguro a tutti voi buone riflessioni, un buono studio, buone verifiche e, soprattutto, la capacità di vivere con leggerezza.
Un abbraccio forte.
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