La Terza Legge Biologica: c'è crescita e crescita [3/5]

La Terza Legge Biologica: c'è crescita e crescita [3/5]

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Oggi approfondiremo insieme la terza delle cinque leggi biologiche, un passaggio fondamentale per comprendere come e perché il nostro corpo reagisce in determinati modi. Parlando di questa legge, è indispensabile chiarire prima di tutto un concetto chiave: quello dei foglietti embrionali.

Cosa sono i foglietti embrionali?

Immaginiamo di tornare indietro nel tempo, a quando eravamo ancora un piccolo embrione nella pancia della mamma. Durante la crescita, abbiamo sviluppato gradualmente dei foglietti di pelle. Questi foglietti, a loro volta, hanno dato origine e innervato tutti i tessuti e gli organi che compongono il nostro corpo oggi (mescolandosi con sensatezza a seconda della funzione biologica). Alcuni organi sono composti da più foglietti, altri sono più "semplici", ma ciascuno di essi ha un'origine e uno scopo biologico ben preciso.

I quattro foglietti e il loro scopo biologico

È importante conoscere queste distinzioni, perché ogni foglietto risponde a un bisogno specifico, a un "sentito" biologico differente.

  • Endoderma: è il foglietto più antico, legato al tronco cerebrale. La sua funzione è legata al "boccone", ovvero a tutto ciò che è vitale per la sopravvivenza: nutrirsi (boccone di cibo), respirare (boccone d'aria), riprodursi (boccone sessuale), eccetera. Risponde ai conflitti legati all'espulsione del boccone fecale o all'inglobare il boccone utile (reale o metaforico). Ne fanno parte, ad esempio, la mucosa del tratto gastrointestinale, i polmoni, i tubuli collettori renali (che abbiamo già visto con la sindrome del profugo), la prostata, l'utero e la parte follicolare dell'ovaio. Nel percepito biologico è connesso a livello biosistemico a Mamma che nutre (i primi cibi sono stati forniti da lei mentre ancora eravamo un tutt'uno).
  • Mesoderma antico: questo secondo foglietto, collegato al cervelletto, è specializzato nella protezione e nella difesa. Si attiva in seguito a conflitti di attacco, insudiciamento o violazione dell'integrità. Ha dato origine a tessuti come il derma (la pelle profonda), le ghiandole mammarie e sudoripare, e le membrane che avvolgono i nostri organi, come il peritoneo, la pleura e il pericardio. Nel percepito biologico è connesso a livello biosistemico a Mamma che protegge (le prime sensazioni di difesa e di protezione fuori dal grembo materno le viviamo mentre la madre ci abbraccia teneramente e ci nutre al seno).
  • Mesoderma recente: collegato alla sostanza bianca cerebrale, questo foglietto ha dato origine alla nostra struttura, al nutrimento (trofismo) del corpo e a tutto ciò che ci sostiene e ci permette di muoverci. Si attiva con i conflitti dove viene meno la validità, legati al non sentirsi all'altezza o capaci a gesti concreti (qui non c'è una minaccia che incombe, ma un senso di non riuscire a gestire una competizione di qualunque natura). Da qui derivano le ossa, le cartilagini, la muscolatura striata (controllata sia dalla sostanza bianca sia dalla corteccia cerebrale ectodermica), i tendini, i vasi sanguigni e linfatici, e la parte interstiziale di testicolo e ovaio. Nel percepito biologico è connesso a livello biosistemico a Papà che ci fa sentire validi (la validità biologica riguarda l'assunzione di una propria autonomia come organismo vivente, il padre rappresenta nel sentito biologico il Non-Mamma).
  • Ectoderma: è il foglietto più "moderno", collegato alla corteccia cerebrale, e si occupa della vita di relazione. Si attiva con i conflitti di perdita di contatto e di territorio (sessualità inclusa). Ha dato vita al sistema nervoso, agli organi di senso recenti (vista, udito, olfatto) e a tutti gli epiteli che rivestono le superfici a contatto con l'esterno o con l'interno "sensibile", come l'epidermide (pelle esterna sopra il derma), la laringe, i bronchi, i dotti lattiferi, il collo dell'utero e il retto.

La logica bifasica: crescita e riparazione

La terza legge biologica ci spiega come si comportano questi tessuti durante le due fasi di un processo speciale. Il comportamento è opposto a seconda del foglietto embrionale di origine e, quindi, della parte del cervello che lo dirige.

  • Tessuti diretti dal paleoencefalo (cervello antico: endoderma e mesoderma antico)
    • In fase attiva: si verifica una crescita cellulare, un aumento di funzione (quelli che vengono chiamati adenocarcinomi). Il senso biologico è potenziare l'organo per risolvere il conflitto (es. più cellule nelle ghiandole salivari aiutano a ingoiare meglio un boccone nutritivo difficile da cattura (una promozione ambita), oppure a espellere un boccone velenoso come, per esempio, il fatto che ti abbiano rigato la portiera dell'auto).
    • In fase di soluzione (post-conflittolisi): la crescita si arresta. Se ci sono i batteri specifici, il "tumore" (cioè il tessuto in più) viene digerito e smantellato (caseificazione). Se non ci sono, viene incapsulato.
  • Tessuti diretti dal neoencefalo (cervello "nuovo": mesoderma recente ed ectoderma)
    • In fase attiva: avviene il contrario. C'è una riduzione di tessuto, una apoptosi o un'ulcera. Per alcune aree, come la sensorialità e la motricità, si ha invece una riduzione della funzione.
    • In fase di soluzione (post-conflittolisi): inizia la fase di riparazione con una crescita cellulare (chiamati sarcomi per il mesoderma e carcinomi per l'ectoderma, ma attenzione alle etichette). Il senso biologico qui è diverso: l'organismo non vuole affrontare il conflitto, ma prepararsi per il futuro. Ripara il tessuto rendendolo più forte di prima (nel caso del mesoderma recente) o comunque di nuovo performante (nel caso ectodermico), il tessuto deve tornare okay nel caso in cui dovesse esserci in futuro un nuovo conflitto.
Le ossa, ad esempio, durante le due fasi creano un'osteolisi (una perdita di tessuto) e solo alla fine del processo di riparazione si forma un callo osseo eccedente. In poche parole, c'è più osso di prima.

L'importanza di essere precisi

Capisci ora quanto sia improprio e fuorviante affermare che "un organo è ammalato"? Ogni volta, scienza e coscienza vorrebbero che si indicasse con precisione quale tessuto è implicato da un certo sintomo. La dicitura "tumore al seno", per esempio, non significa nulla, perché non distingue tra:

  • Un adenocarcinoma della ghiandola mammaria (mesoderma antico, conflitto di protezione)
  • Un'ulcera di un dotto lattifero (ectoderma, conflitto di separazione)
  • Un melanoma (mesoderma antico, conflitto di attacco/insudiciamento)

Manca completamente la precisione, e questo può generare sentenze terrificanti e prive di un reale fondamento biologico.

Le parole che uccidono e la saggezza del nostro corpo

Dobbiamo stare molto attenti alle definizioni che ci vengono date, specialmente in campo medico. Frasi come "al massimo può vivere altri sei mesi", "non si può fare più niente" o "sei un malato terminale" sono etichette terribili che possono letteralmente uccidere.

Mentre il medico si basa su tabelle e statistiche, il paziente, ignaro di tutto questo, potrebbe vivere i suoi sintomi senza la rassegnazione di un decreto a suo carico. Se una persona conosce le leggi biologiche, sa che un aggravamento durante la crisi epilettoide non è un segno di fine, ma una fase precisa del processo di riparazione. Non va in panico, ma rimane tranquilla, perché sa cosa sta succedendo.

Le 5 leggi biologiche ci dicono che i processi vitali non imboccano mai sentieri pre-costituiti. Ci dicono che ogni volta la relazione tra evento e sentito biologico determina mutamenti imprevedibili.

Una volta che si è dato sollievo al sintomo (perché non è necessario piegarsi dal dolore), mettendo in sicurezza la persona e accompagnandola, si possono aprire nuovi spazi. Ci si può accorgere che si può ancora fare tanto. Liberarsi dai rancori, dalle separazioni intese come esclusioni di persone importanti, aumenta le possibilità di guarigione.

Questo accade sempre quando l'amore per la vita sgombra l'anima dalla paura della morte. Bisogna fare un salto di qualità, un salto di vita, e accettare l'idea che ogni fenomeno biologico è una prima forma d'amore del nostro corpo, che agisce sempre con l'interesse primario di farci sopravvivere come individui e di conservare la specie.

C'è tanto amore in tutto questo. Un abbraccio.

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