L'essenza delle Bioscienze Sistemiche in sintesi: i due aspetti del sintomo

L'essenza delle Bioscienze Sistemiche in sintesi: i due aspetti del sintomo

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Sapete, c'è questa canzone che mi è tornata in mente di recente, una di quelle che ti strappano una risata ma che, a riascoltarla oggi, assume un significato quasi profetico. Sto parlando di "La Puntura", ma per me è e resterà sempre "Il mio culetto è mio" di Pippo Franco, presentata a Sanremo nel 1980. All'epoca, il testo poteva sembrare buffo, forse un po' imbarazzante. Oggi, però, quella frase così diretta – "il mio culetto è mio e ci faccio quello che voglio" – risuona con una forza incredibile quando parliamo di salute e di responsabilità personale.

Pensateci: negli anni '80 si poteva sperare in un futuro di grande progresso medico e di consapevolezza. Eppure, a più di quarant'anni di distanza, per certi versi sembra di essere ancora un po' indietro, quasi nel Medioevo. La tendenza a vedere il medico o il terapeuta come un "salvatore" è ancora molto diffusa, un segno che fatichiamo a emanciparci da una visione passiva della nostra salute. Come può occuparsi davvero di noi chi teme ancora la malattia come se fosse la peste nera?

La buona notizia: non dipendiamo (solo) dalla medicina

Per fortuna, non tutto è statico. Ci sono medici, pochi ma buoni, che incarnano ancora la vera missione del curare, che vedono il paziente come una persona e non come una cavia o un cliente. Ma la notizia ancora migliore è che noi non dipendiamo esclusivamente dalla medicina.

Questa è una verità liberatoria. Abbiamo strumenti potenti a nostra disposizione, come la biologia e le scoperte del Dottor Hamer con le sue 5 Leggi Biologiche. Attenzione, Hamer non ha inventato nulla di nuovo; ha piuttosto approfondito e catalogato in chiave moderna conoscenze che, in forme diverse, esistevano già da secoli. Già nel Settecento si discuteva se considerare il sintomo come un "male" o come un "adattamento".

Oggi, grazie a internet e a canali di divulgazione (come la nostra Accademia del Segreto, permettetemi di dirlo con un pizzico di orgoglio!), possiamo accedere a queste informazioni e approfondire. E questa è una grande fortuna.

Metamedicina: facciamo chiarezza

Recentemente, Jessica e Carlo mi hanno scritto una email chiedendomi delucidazioni sulla metamedicina, specialmente alla luce delle 5 Leggi Biologiche. Carlo, avendo studiato metamedicina, notava come le bioscienze sistemiche offrissero una chiave di lettura differente per i sintomi.

Ora, premetto che trovo sempre un po' antipatico dover "parlare di" altre discipline, perché non voglio sembrare critico a prescindere. Come dice la canzone, "il mio culetto è mio", e ognuno è libero di scegliere l'approccio che preferisce. Se dico "no, la puntura non me la fai, tu al mio culetto non ti avvicini", questo vale per qualsiasi ambito.

Ho letto interamente il cosiddetto "Grande Dizionario della Metamedicina" e, come è mia abitudine, tiro le somme basandomi sui miei studi, sulle ricerche, sull'esperienza con le sedute di ipnosi e ora anche con le costellazioni biologiche e sistemiche. Quello che condivido è ciò che emerge dalla verifica costante, e invito sempre tutti a fare lo stesso: non fidatevi ciecamente, nemmeno di me, ma studiate e verificate sul lato pratico.

Cos'è la metamedicina?

La parola "meta" suggerisce qualcosa che va "oltre" la medicina. Lo slogan della metamedicina, "un sintomo è un messaggio", suona certamente interessante e vicino alle Leggi Biologiche. Tuttavia, è importante notare che la stessa medicina ufficiale, con la sua branca (spesso sottostimata) della psicosomatica, già contempla l'idea che la "malattia" possa essere causata dall'organismo stesso. Il problema è che la psicosomatica tradizionale tende a vedere questo processo in chiave negativa: il corpo che si auto-danneggia a causa dello stress. Ma pensateci: ha senso che il corpo, proprio quando è sotto stress e quindi al massimo della sua necessità di sopravvivenza, sviluppi sintomi che lo bloccano? È una visione che, a mio parere, serve ancora quella "religione" della malattia, quella superstizione secondo cui il corpo si ammala perché non sopporta l'ambiente, i batteri, i virus.

La metamedicina, basandomi sui testi, sembra avere la pretesa di essere "complementare" alla medicina ufficiale. Le 5 Leggi Biologiche, invece, non possono essere complementari a un sistema che parte dal presupposto che esista la "malattia" come entità a sé stante. Noi sappiamo che il sintomo è un adattamento intelligente a una percezione specifica dell'ambiente.

Molte cosiddette medicine alternative, purtroppo, rispecchiano ancora il vecchio paradigma del "buono/cattivo", "maligno/benigno", che è un costrutto culturale, non uno sguardo autentico alla vita.

Perché le leggi biologiche offrono una prospettiva diversa

Ragionare alla luce delle Bioscienze Sistemiche, o almeno delle 5 Leggi Biologiche, è profondamente diverso. Non si tratta di un approccio psicologico-biologico o psico-magico. È un modo per:

  • Conoscere le leggi che regolamentano la vita.
  • Comprendere il senso biologico di ciò che si manifesta nel corpo.
  • Riconoscere come il corpo reagisce sia in fase di conflitto attivo che in fase riparativa.

Le Leggi Biologiche richiedono impegno nello studio, sono tante cose da apprendere. Forse per questo approcci come la metamedicina possono sembrare più "comodi" o facili, ma spesso mancano di un contenuto biologico approfondito che spieghi cosa sta succedendo a un determinato tessuto e perché.

Un esempio pratico: dilatazioni venose e perdite di sangue

Qualche settimana fa, ho risposto a una persona che, consultando il dizionario della metamedicina per un problema di dilatazione delle vene dell'ano con perdite di sangue, aveva trovato una spiegazione legata a "pressioni a cui ci si sottopone" o al "rimanere in una situazione in cui non si sta bene". Questa persona, però, sentiva che la spiegazione non calzava.

Alla luce delle 5 Leggi Biologiche, quel sanguinamento sigmo-rettale (spesso confuso con le emorroidi) è tipicamente relativo alla fase di riparazione (vagotonica, calda) di un conflitto di identità nel territorio riproduttivo (per un destrimane) – un non sentirsi riconosciuti al proprio posto nel "branco". Nel caso specifico di questa persona, che si definiva "uomo mancino", il conflitto era invece uno di rancore nel territorio, sempre in fase riparativa. E infatti, mi ha confermato questa lettura.

Vedete la differenza? Comprendo la difficoltà per chi ha studiato metamedicina e poi si avvicina alle Leggi Biologiche: a volte è necessario fare un "reset" e ripartire.

Oltre la PNEI: siamo già su Marte (e abbiamo aperto una spa!)

Anche la medicina moderna fa sforzi per integrare la relazione psiche-corpo, pensiamo alla Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia (PNEI) o alla più recente Psico-Neuro-Endocrino-Immuno-Microbiomica. Apprezzabile l'impegno, ma con tutto il rispetto, una persona che ha studiato seriamente le Bioscienze Sistemiche e le Leggi Biologiche è spesso due anni luce più avanti di questi pur lodevoli tentativi accademici. Loro stanno ancora studiando Marte da lontano, ipotizzando che sia un pianeta; noi, metaforicamente parlando, su quel pianeta ci siamo già, e magari ci abbiamo pure aperto una spa!

C'è ancora troppo spesso un approccio che vede l'essere umano come una "piccola cavia" e il medico come il "Salvatore". Questa dinamica è problematica, soprattutto perché la nostra percezione della realtà e di chi abbiamo di fronte influenza i nostri sintomi.

Il sintomo: una storia che parla di te e delle tue relazioni

Finché parliamo di "malattia" e di "guarigione", siamo ancora lontani. Noi sappiamo che:

  • La malattia non esiste come concetto biologico, ma è un costrutto culturale.
  • La guarigione non esiste perché non esiste la malattia da cui guarire.
  • Esistono fenomeni biologici sensati: il corpo causa qualcosa, e dobbiamo capire perché, osservando.

Le Bioscienze Sistemiche ci insegnano due aspetti fondamentali del sintomo:

  1. Riguarda un evento nel tuo contesto: qualcosa che è accaduto nella tua realtà, che non sei riuscito a prevedere né a gestire sul momento (lo "shock biologico"). Quello che ti succede è la risposta più intelligente e appropriata di psiche, cervello e organo, in simultanea.
  2. Riflette la tua percezione emotiva di quell'istante: questo stato emozionale fa scattare il processo e ti richiama ai tuoi codici sistemici, cioè familiari (soprattutto mamma e papà), agli apprendimenti accumulati da quando esisti.

Per questo il sintomo ti parla di una storia, ma soprattutto ti sta parlando di qualcuno. Se emotivamente hai "congelato" certe emozioni in relazione a una figura specifica, il sintomo è l'opportunità per notare questo blocco, questa relazione sospesa. Come si sblocca? Con strumenti come l'ipnosi biosistemica o le costellazioni biologiche sistemiche, che ci permettono di osservare lo specifico sintomo in relazione a tutto il sistema familiare e al percepito biologico della persona.

"Il mio culetto è mio": riprendiamoci la responsabilità

E così torniamo al punto di partenza: "il mio culetto è mio". Sono io che me lo gestisco. Non possiamo affidare questa responsabilità a nessun altro, illudendoci che qualcuno possa risolverci i problemi dall'esterno. Possiamo far finta, certo, ma le conseguenze di ogni scelta le portiamo noi.

Questo non significa escludere i medici o chiunque altro. Significa studiare, perché conoscere significa avere potere su noi stessi. Se rimaniamo ignoranti, saranno altri – che hanno studiato, e bisogna vedere come hanno studiato – a prendere decisioni per noi. E questo, dal mio punto di vista, è pericoloso.

Io preferisco tenere il mio culetto al caldo, studiare, farmi il mazzo, ed essere responsabile di ciò che mi accade. Se devo prendermela con qualcuno, che sia con me stesso.

Il mio invito: studiate, verificate, confrontate

Il messaggio finale è semplice: studiate. Potete studiare la metamedicina, studiate le 5 Leggi Biologiche, e poi verificate, comparate. Certo, studiare due approcci che per certi versi si respingono può essere difficoltoso e generare confusione. E quando c'è un sintomo reale, la confusione può essere problematica.

Ma la conoscenza è la chiave.

Vi abbraccio forte, buono studio e buone verifiche a tutti!

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